martedì 13 marzo 2012

Made in Japan. L'estetica del fare.


Quando: da 3 marzo a 1 aprile 2012, da martedì a domenica 10.30-20.30, giovedì e venerdì fino alle 23.00
Ingresso: Euro 6.00
Sito web: www.triennale.it

Dopo Made in China (marzo 2010) e Made in Africa (marzo 2011), la Triennale di Milano ospita Made in Japan - L’estetica del fare, ultima mostra della trilogia Tasselli d’Arte – Oltre il Cinema.
La mostra vuole essere una riflessione artistica e sociale sul Giappone di oggi e raccoglie opere, installazioni e video di artisti giapponesi e di alcuni artisti occidentali che hanno vissuto a lungo in Giappone e ne conoscono a fondo la realtà.
Se alcune delle opere esposte danno un’idea delle attuali tendenze artistiche giapponesi, altre riescono attraverso oggetti, simboli, colori, materiali e linee ad evocare uno stile di vita, un modo di pensare, un tipo di estetica, una cultura che pur non avendo vissuto in prima persona, riconosciamo subito e percepiamo come palpabile sotto i nostri occhi.

Alcuni aspetti molto enfatizzati dello “spirito giapponese”, inteso a livello di individuo ma anche di collettività, sono quelli della tenacia, della compostezza, del dolore non mostrato, della mentalità fatalista, ben conscia della potenza e dell’imprevedibilità della natura.
Questi sono temi strettamente legati alle catastrofi naturali a cui spesso il Giappone è soggetto: molti sono i riferimenti alla tragedia del terremoto e dello tsunami del 2011. Due lunghi video mostrano immagini tratte da telegiornali e da filmati amatoriali girati durante il disastro e nei giorni successivi. Le scene sono di forte impatto, soprattutto emotivo, e sono tese a mostrare, oltre alla terribile ondata di distruzione e morte che lo tsunami ha causato, la risposta dei giapponesi a un dramma simile: il dolore è mostrato con ritegno, senza lacrime, la distruzione è presa come dato di fatto da cui si deve ripartire, tutti insieme e con coraggio per ricostruire ciò che si è perso.

Questo focus sulla capacità tutta giapponese di rialzarsi con onore dopo eventi disastrosi come quello del 2011 va sicuramente in parallelo a due lodevoli iniziative umanitarie che si mettono in gioco all’interno della mostra.
Una è costituita dal progetto Cha - No - Yu - L’acqua calda per il , che vuole migliorare le condizioni di vita dei degenti dell’ospedale San Carlo attraverso l’arte e i riti della cultura giapponese.
L’altra iniziativa è il progetto Charity Box For Japan, sostenuto da numerosi giapponesi residenti a Milano e consistente nell’esposizione di alcune decine di divertentissime cassette per le offerte, ognuna realizzata da un designer diverso sulla tematica generale del Giappone. Il visitatore è invitato a mettere un’offerta di denaro nella cassetta che ritiene più bella. Tutti i fondi raccolti saranno devoluti al Sendai - Miyagi NPO Center per la ricostruzione dei paesi colpiti dallo tsunami. Questa in particolare mi sembra un’iniziativa originale, che con un approccio leggero e quasi spiritoso coinvolge il pubblico in una raccolta di fondi per una causa serissima e di grande rilievo.



Da 0 a 100, le nuove età della vita.


Quando: da 21 febbraio a 1 aprile 2012, da martedì a domenica 10.30-20.30, giovedì e venerdì fino alle 23.00
Ingresso: Euro 8.00
Sito web: www.triennale.it

Divertente e interessante la mostra Da 0 a 100, le nuove età della vita, arrivata alla Triennale di Milano dopo la sua prima tappa di Bologna.
La mostra presenta in modo semplice e chiaro i cambiamenti che il nostro corpo e la nostra mente subiscono durante le varie fasi della vita, mostrando anche come comportamenti e caratteristiche di ogni fascia di età siano cambiati nel corso dei secoli.
Si tratta di una mostra fortemente didattica, ma comunque piacevole per tutti, adatta a bambini e famiglie, adolescenti, adulti, genitori e nonni. Il titolo Da 0 a 100 potrebbe essere usato non solo per indicare le fasce di età su cui si focalizza il contenuto della mostra, ma anche le fasce di età a cui essa è rivolta: assolutamente tutte.
La mostra fonde scienza e arte, offrendo al pubblico un piacevole alternarsi di opere di rinomati artisti contemporanei e installazioni video che sono spesso di carattere più prettamente documentaristico e scientifico.
L’impronta così didattico-scientifica della mostra rende più difficile le gestione e la presentazione di un vero e proprio progetto artistico per quanto riguarda le opere esposte, ma per chiunque non sia molto in confidenza con l’arte contemporanea questa può essere comunque una buona opportunità per iniziare a conoscere i lavori di artisti come Anish Kapoor, Cindy Sherman, EvanBaden e altri capisaldi dell’arte contemporanea. Le opere esposte sono tutte di grande impatto visivo e immediatamente accostabili alle tematiche scientifiche e antropologiche trattate in parallelo nella mostra. Arte contemporanea quindi, ma facilmente contestualizzabile  e apprezzabile anche dai meno esperti.

giovedì 8 marzo 2012

Ori Gersht e Alexander Tovborg


Dove: Brand New Gallery, Via Farini 32, 20159 Milano
Quando: da 1 marzo a 4 aprile 2012, da martedì a sabato 11.00-13.00 e 14.30-19.00
Ingresso: gratuito
Sito web: www.brandnew-gallery.com

Alla Brand New Gallery sono attualmente esposti, in sale separate, i lavori di due artisti: Ori Gersht e Alexander Tovborg.
  
Still and forever è la prima personale italiana dell’artista israeliano Ori Gersht. I lavori fotografici con cui si viene accolti entrando nella galleria sono alcune nature morte  la cui forza non si esaurisce nella perfezione della composizione e nell'impatto visivo sicuramente spettacolare, ma sta soprattutto nel fatto che esse sono lo strumento e la testimonianza di una profonda indagine sull’ambigua relazione tra perfezione e caos, tra quiete ed improvvisa distruzione. Molte delle nature morte di Ori Gersht richiamano volutamente famose opere di artisti del passato come quelle di Henri Fantin-Latour o di Juan Sànchez Cotan. Gli scatti sono realizzati attraverso tecniche di stop-motion (o di rallentatore nel caso del video Big Bang) che fermano nel tempo gli istanti salienti dell’esplosione con cui l’artista stesso distrugge le sue composizioni. Il procedimento prevede infatti il preventivo congelamento dei fiori e la collocazione al loro interno di una piccola carica esplosiva. 
Si rimane spiazzati nel vedere come nel giro di pochi secondi e in una manciata di immagini, la quiete iniziale di una composizione floreale perfetta e rassicurante, si possa trasformare in un vortice di schegge colorate che schizzano via senza controllo. Il piccolo trauma iniziale provocato nello spettatore dall’esplosione, si trasforma in un senso di meraviglia, ma anche di dubbio, non appena ci accorgiamo di come quel caos, così destabilizzante e inaspettatamente distruttivo, sembri in realtà risplendere, momento per momento, di una sua perfezione, di un fascino pari o addirittura superiore rispetto a quello della composizione iniziale.
Sempre di Ori Gersht sono poi le opere facenti parte della serie Chasing good fortune, realizzate in Giappone e incentrate sul simbolismo legato alla fioritura dei ciliegi. Le fotografie di questa serie raffigurano paesaggi dall’atmosfera postatomica, che richiamano quindi il disastro di Hiroshima e giocano sullo slittamento metaforico che ha subito il significato del fiore di ciliegio in Giappone: da segno di buon auspicio è diventato nel corso del ‘900 simbolo del sacrificio e della “caduta dal cielo” dei soldati kamikaze.
In Chasing good fortune Ori Gersht sembra essersi calato perfettamente nello spirito e nelle modalità di raffigurazione della tradizione giapponese, tanto che se non si avessero informazioni sull’autore, quei paesaggi così simbolici, rarefatti e delicati potrebbero sembrare davvero creazioni di un artista giapponese.

Giverny è la prima personale italiana dell’artista danese Alexander Tovborg. Le sue opere in esposizione fondono astrattismo e figuratività, spazi con geometrie dai colori vivaci ed altri, fortemente intrsopettivi ed intimi, nei toni del bianco e del grigio. Attraverso questi lavori Tovborg articola un racconto di stampo erotico ambientato fittiziamente nel famoso giardino giapponese di Claude Monet. Alcuni dettagli della narrazione si lasciano scorgere tra le geometrie delle opere, ma molto è lasciato all’immaginazione dello spettatore, che può così cogliere non solo l’erotismo, ma anche la spiritualità e la poesia di cui sono pervasi i lavori facenti parte di Giverny.

martedì 6 marzo 2012

Casa-Museo Boschi Di Stefano


Dove: via G. Jan 15, 20129 Milano
Quando: dal martedì alla domenica dalle 10.00 alle 18.00
Ingresso: gratuito
Sito web: www.fondazioneboschidistefano.it

Nel cuore di Milano, a due passi da Porta Venezia e dalla fermata della metropolitana Lima, un appartamento in una bellissima palazzina in stile Liberty custodisce una straordinaria collezione di arte italiana del XX secolo. L’appartamento fa parte del circolo Case Museo di Milano, che comprende Villa Necchi Campiglio, il Museo Bagatti Valsecchi e il Museo Poldi Pezzoli.

La Casa-Museo Boschi Di Stefano, aperta al pubblico dal 2003, nasce dalla donazione alla città di Milano dei locali e della ricchissima collezione - comprendente più di duemila pezzi tra dipinti e sculture - dei coniugi Antonio Boschi (1896-1988) e Marieda Di Stefano (1901-1968).
Marito e moglie, entrambi appassionati d’arte, ferventi collezionisti e stretti amici di tutti gli artisti di cui compravano le opere, hanno negli anni accumulato così tanti dipinti da non lasciare alcuno spazio libero sulle pareti dell’appartamento. Fotografie d’epoca mostrano che in alcune stanze persino le finestre erano oscurate da enormi dipinti. Per ragioni di sicurezza e per inevitabili selezioni e scelte stilistiche pensate per facilitare la fruizione del pubblico, le pareti, pur apparendo lo stesso cariche di quadri dal pavimento fino al soffitto, sono state alleggerite di moltissime opere, tanto che delle iniziali duemila oggi ne sono esposte circa trecento. 

E’ impressionante, una volta dentro alle stanze, rendersi conto di come una palazzina Liberty in fondo simile a tante altre a Milano, custodisca al suo interno decine di opere della maggior parte dei grandi nomi dell’arte italiana del ‘900: da Funi, Marussig, Tozzi e Carrà, a Casorati e Morandi, e ancora da Sironi (a cui è dedicata un’intera stanza) alle sculture di Arturo Martini, da De Chirico a Fontana e Piero Manzoni.
Visitando le stanze l’impressione non è solo quella di visitare - occhi fissi sulle pareti - una casa che sorprendentemente raccoglie in sé tutto il novecento artistico italiano, ma è anche quella di un viaggio alla scoperta della personalità dei due coniugi che in essa si identificavano, che credevano così fermamente in ogni loro acquisto da non vendere mai un pezzo comperato, che erano così immersi nel mondo artistico a loro contemporaneo da percepire la forza e il potenziale di nuove forme espressive che allora erano solo gli albori.
Una coppia la cui forza visionaria e la cui sensibilità artistica si possono cogliere soprattutto a posteriori, quando camminando in quelle stanze ci si rende conto che i dipinti che i coniugi avevano comprato da artisti giovani e ancora poco noti, sono in realtà oggi i famosissimi e iperquotati Fontana, Sironi, Manzoni, De Chirico, Carrà, Morandi.

Una visita alla Casa-Museo Boschi Di Stefano è un inizio piacevole, rassicurante ma assolutamente interessante per il nostro viaggio nell’arte contemporanea a Milano. Un prima tappa perfetta perché capace di conciliare le opere delle avanguardie italiane con un’atmosfera accogliente e protettiva, ben lontana dallo spaesamento che a volte provocano alcune mostre di arte contemporanea. Con la Casa Boschi Di Stefano, dopotutto, siamo ancora nelle acque tiepide di un vicino passato.  


Cos'è Contemporaneami?


Benvenuti su Contemporaneami,
un blog su arte contemporanea, mostre, eventi…su tutto ciò che la creatività di oggi ci propone in giro per Milano, e su ciò che Milano  ci propone della creatività di oggi.

Il punto di vista che vorrei dare a questo blog non è quello del critico d’arte, anche perché critico d’arte non sono. Questo è un blog che creo per divertirmi e per imparare, per scrivere di ciò che mi piace e condividerlo con qualcuno, e per far sì che chi lo legge ne tragga informazioni utili e magari qualche spunto per visitare una mostra in più.

I post che troverete sotto forma di recensione di mostre o eventi vogliono essere degli inviti, dei piccoli sentierini che spero possano incuriosirvi verso la mostra di un artista che non conoscevate, o spingervi ad uscire una sera e decidere di passarla andando a una mostra.

Le recensioni - anche se non trovo che questo sia il termine più adatto per definire quello che vorrei fare – i “sentierini” insomma, che troverete su questo blog saranno pubblicati sempre e solo in seguito a una mia effettiva visita alla mostra, museo o evento in questione. Forse questa è una cosa ovvia ma è sempre meglio specificare.

Inizia il nostro tour in presa diretta nella Milano dell’arte contemporanea!