Dove: Brand New Gallery, Via Farini 32, 20159 Milano
Quando: da 1 marzo a 4 aprile 2012, da martedì a sabato 11.00-13.00 e 14.30-19.00
Ingresso: gratuito
Sito web: www.brandnew-gallery.com
Alla Brand New
Gallery sono attualmente esposti, in sale separate, i lavori di due artisti:
Ori Gersht e Alexander Tovborg.
Still and
forever è la prima personale
italiana dell’artista israeliano Ori Gersht. I lavori fotografici con cui si
viene accolti entrando nella galleria sono alcune nature morte la cui
forza non si esaurisce nella perfezione della composizione e nell'impatto
visivo sicuramente spettacolare, ma sta soprattutto nel fatto che esse sono lo
strumento e la testimonianza di una profonda indagine sull’ambigua relazione
tra perfezione e caos, tra quiete ed improvvisa distruzione. Molte delle nature
morte di Ori Gersht richiamano volutamente famose opere di artisti del passato
come quelle di Henri Fantin-Latour o di Juan Sànchez Cotan. Gli scatti sono
realizzati attraverso tecniche di stop-motion (o di rallentatore nel caso del
video Big Bang) che fermano nel tempo gli istanti salienti
dell’esplosione con cui l’artista stesso distrugge le sue composizioni. Il
procedimento prevede infatti il preventivo congelamento dei fiori e la
collocazione al loro interno di una piccola carica esplosiva.
Si rimane
spiazzati nel vedere come nel giro di pochi secondi e in una manciata di immagini,
la quiete iniziale di una composizione floreale perfetta e rassicurante, si
possa trasformare in un vortice di schegge colorate che schizzano via senza
controllo. Il piccolo trauma iniziale provocato nello spettatore
dall’esplosione, si trasforma in un senso di meraviglia, ma anche di dubbio,
non appena ci accorgiamo di come quel caos, così destabilizzante e
inaspettatamente distruttivo, sembri in realtà risplendere, momento per
momento, di una sua perfezione, di un fascino pari o addirittura superiore
rispetto a quello della composizione iniziale.
Sempre di Ori
Gersht sono poi le opere facenti parte della serie Chasing
good fortune, realizzate in Giappone e incentrate sul simbolismo legato
alla fioritura dei ciliegi. Le fotografie di questa serie raffigurano paesaggi
dall’atmosfera postatomica, che richiamano quindi il disastro di Hiroshima e
giocano sullo slittamento metaforico che ha subito il significato del fiore di
ciliegio in Giappone: da segno di buon auspicio è diventato nel corso del ‘900
simbolo del sacrificio e della “caduta dal cielo” dei soldati kamikaze.
In Chasing
good fortune Ori Gersht sembra essersi calato perfettamente nello spirito e
nelle modalità di raffigurazione della tradizione giapponese, tanto che se non
si avessero informazioni sull’autore, quei paesaggi così simbolici, rarefatti e
delicati potrebbero sembrare davvero creazioni di un artista giapponese.
Giverny è la prima personale italiana dell’artista danese
Alexander Tovborg. Le sue opere in esposizione fondono astrattismo e
figuratività, spazi con geometrie dai colori vivaci ed altri, fortemente
intrsopettivi ed intimi, nei toni del bianco e del grigio. Attraverso questi
lavori Tovborg articola un racconto di stampo erotico ambientato fittiziamente
nel famoso giardino giapponese di Claude Monet. Alcuni dettagli della
narrazione si lasciano scorgere tra le geometrie delle opere, ma molto è
lasciato all’immaginazione dello spettatore, che può così cogliere non solo
l’erotismo, ma anche la spiritualità e la poesia di cui sono pervasi i lavori
facenti parte di Giverny.
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