Quando: da 3 marzo a 1 aprile 2012, da martedì a domenica
10.30-20.30, giovedì e venerdì fino alle 23.00
Ingresso: Euro 6.00
Sito web: www.triennale.it
Dopo Made in China
(marzo 2010) e Made in Africa (marzo 2011), la Triennale di Milano
ospita Made in Japan - L’estetica del fare, ultima mostra della trilogia
Tasselli d’Arte – Oltre il Cinema.
La mostra vuole essere una
riflessione artistica e sociale sul Giappone di oggi e raccoglie opere,
installazioni e video di artisti giapponesi e di alcuni artisti occidentali che
hanno vissuto a lungo in Giappone e ne conoscono a fondo la realtà.
Se alcune delle opere
esposte danno un’idea delle attuali tendenze artistiche giapponesi, altre
riescono attraverso oggetti, simboli, colori, materiali e linee ad evocare uno
stile di vita, un modo di pensare, un tipo di estetica, una cultura che pur non
avendo vissuto in prima persona, riconosciamo subito e percepiamo come
palpabile sotto i nostri occhi.
Alcuni aspetti molto enfatizzati dello
“spirito giapponese”, inteso a livello di individuo ma anche di collettività,
sono quelli della tenacia, della compostezza, del dolore non mostrato, della
mentalità fatalista, ben conscia della potenza e dell’imprevedibilità della
natura.
Questi sono temi strettamente legati alle
catastrofi naturali a cui spesso il Giappone è soggetto: molti sono i
riferimenti alla tragedia del terremoto e dello tsunami del 2011. Due lunghi
video mostrano immagini tratte da telegiornali e da filmati amatoriali girati
durante il disastro e nei giorni successivi. Le scene sono di forte impatto,
soprattutto emotivo, e sono tese a mostrare, oltre alla terribile ondata di
distruzione e morte che lo tsunami ha causato, la risposta dei giapponesi a un
dramma simile: il dolore è mostrato con ritegno, senza lacrime, la distruzione
è presa come dato di fatto da cui si deve ripartire, tutti insieme e con
coraggio per ricostruire ciò che si è perso.
Questo focus sulla
capacità tutta giapponese di rialzarsi con onore dopo eventi disastrosi come
quello del 2011 va sicuramente in parallelo a due lodevoli iniziative
umanitarie che si mettono in gioco all’interno della mostra.
Una è costituita dal
progetto Cha - No - Yu - L’acqua calda per il tè, che vuole
migliorare le condizioni di vita dei degenti dell’ospedale San Carlo attraverso
l’arte e i riti della cultura giapponese.
L’altra iniziativa è il
progetto Charity Box For Japan, sostenuto da numerosi giapponesi
residenti a Milano e consistente nell’esposizione di alcune decine di
divertentissime cassette per le offerte, ognuna realizzata da un designer
diverso sulla tematica generale del Giappone. Il visitatore è invitato a
mettere un’offerta di denaro nella cassetta che ritiene più bella. Tutti i
fondi raccolti saranno devoluti al Sendai - Miyagi NPO Center per la
ricostruzione dei paesi colpiti dallo tsunami. Questa in particolare mi sembra
un’iniziativa originale, che con un approccio leggero e quasi spiritoso
coinvolge il pubblico in una raccolta di fondi per una causa serissima e di
grande rilievo.